Visto il successo del precedente articolo “L’amore insegnato dai porcospini e non solo…“, ho pensato di proporre anche per questa settimana (l’ultima prima della pausa estiva) una famosa  e leggera storiella di Charlie Chaplin, con il titolo di Vivi come credi.

“C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino. Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “guardate quel ragazzo quanto è maleducato…lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”. Allora la moglie disse a suo marito: “non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio.” Il marito lo fece scendere e salì sull’asino. Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “guardate che svergognato quel tipo…lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”. Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino. Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino. E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!” Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio. Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: “sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta. Gli spaccheranno la schiena!” Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “guarda quei tre idioti: camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”

Immagino che le riflessioni possano essere tante e tutte molto interessanti; nel proporvi questa storia, io non intendo però lasciare il messaggio che le persone intorno a noi trascorrano le giornate ad additarci e giudicarci, in quanto la trovo una prospettiva un po’ persecutoria, ma vorrei invece sottolineare le diversità di ognuno di noi nel vivere, leggere e interpretare la vita, sia propria che altrui.

Ogni individuo struttura, in base a proprie esperienze relazionali, emotive, culturali etc. una lente attraverso la quale osservare ciò che accade intorno e da cui ne ricava una personalissima lettura, che lo contraddistingue come persona. Per questi motivi, fa, dice, sente e pensa in modo spesso diverso dall’altro, per cui talvolta diventa difficile capirsi e comprendere azioni e pensieri lontani dai propri.

Personalmente, trovo che nella storia la metafora “l’asino e ciò che i protagonisti fanno con lui”, potrebbe rappresentare qualsiasi idea o azione che ognuno di noi espone e mette in atto, che potrebbe non  corrispondere con ciò che gli altri si aspetterebbero, per le motivazioni già trattate sopra. C’è chi allora alza le orecchie per stare attento a comportarsi in modo corrispondente alle aspettative altrui plasmandosi a seconda del contesto, trascurando ciò che realmente appare conveniente per sé o desidererebbe fare. Così facendo, le sue scelte/decisioni, pensieri e emozioni vengono costantemente influenzate e la persona si ritrova a vivere una vita dettata da altri o nell’attesa che prima o poi gli stessi cambino posizione, così da potersi dare il permesso di ascoltarsi.

Le conseguenze quali potrebbero essere? Insoddisfazione e tristezza dovute in particolare alla non realizzazione di sé in termini di desideri, bisogni etc. e ansia e paura dovute alla rincorsa di ciò che vuole l’altro. Oppure, può scegliere di considerarsi come persona diversa, avente una personale capacità di riflettere e ragionare su di sé, risultato di esperienze vissute in prima persona e per questo talvolta non condivisibili da altri. Dietro questa prospettiva, ci sono diversi traguardi emotivi, quali ad es.;

“Vado bene come sono”;

“Posso essere oggetto di critiche o posso accogliere consigli che valuto e decido  in seguito se prendere in considerazione per le mie scelte”;

“La mia serenità e il mio benessere sono importanti quanto quella degli altri”;

“L’altro è diverso da me e in quanto tale potrebbe avere diverse posizioni dalle mie, così come io posso averle diverse dalle sue”.

Pertanto, anche la scelta rispetto al “come sopravvivere” immersi nel tessuto culturale e sociale come assolutamente conformi o differenziati appare essere la risultante anch’essa di esperienze personali e per questo rispettabile. Allo stesso tempo, ognuno di noi può ri-decidere per sé nel momento in cui sente di aver desiderato in passato o desiderare nel presente qualcosa di diverso e volerci fare qualcosa.

Auguro a voi buone riflessioni e una serena estate.

Dott.ssa Vera Cabras

Psicoterapeuta- Analista Transazionale

Esperta in Nuove Dipendenze e Sessuologia Clinica

Studio privato: Via dell’Indipendenza, 61 Bologna

Tel: 3240848398

Mail: cabrasvera28@gmail.com

Vera Cabras

“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi” Ernest Hemingway